Era un martedì, il
flagello della settimana, in quanto le prime due ore consistono nelle
lezioni di algebra e geometria. Stare sveglia era l’ultima delle
possibilità da me contemplate, e oltretutto non ne starei stata in
grado, quindi la scelta migliore mi pareva dormire… ma con un
occhio aperto! E perché? Perché non dovevo rovinare la mia condotta
distraendomi, e con un occhio chiuso sarei stata distratta solo in
parte. Con l’occhio destro seguivo la prof. di matematica che
camminava su e giù per la classe spiegando la regola del trasporto e
la regola della soppressione, mentre con l’occhio sinistro vedevo
tutt’altro. L’estate ad esempio, suvvia, non mi direte che sono
l’unica che già sogna il mare cristallino con le sue candide e
schiumose onde, il sole bollente, i pantaloncini corti e le
infradito? E probabilmente non sono l’unica tredicenne che appena
ci pensa si ricorda di avere gli esami e si deprime. Dopo essere
stata inondata da questo spaventoso pensiero ho deciso di riaprire
anche l’altro occhio, proprio in tempo per essere chiamata alla
lavagna ad eseguire un’equazione.
La ragazza di ghiaccio
come ogni giorno accade a me !
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